mal di schiena cronico psicosomatico origine e cura 29 Ott 2020

BY: admin

Psicoterapia

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Esistono dei disturbi che siamo noi stessi a procurarci, in modo inconsapevole. Piccoli e grandi disagi fisici che nascono dalla nostra incapacità di affrontare pensieri ed emozioni negative. Problemi di natura organica che hanno una radice psicologica ed emotiva.

Stiamo parlando dei disturbi psicosomatici.

Somatizzazioni: il corpo ci parla

Come sottolineato in un articolo di approfondimento dedicato a come guarire dalle malattie psicosomatiche, questo tipo di problematiche sorge da un conflitto irrisolto che viene spostato su una parte del corpo, divenendo portatrice del disagio.

Perché avviene?

Detto in termine semplici, perché quello che proviamo non ci piace. Si tratta di emozioni spiacevoli, conflittuali, che non trovano accoglienza dentro di noi e che tendiamo a rimuovere.

Potrebbe trattarsi, per esempio, di un forte sentimento di rabbia nei confronti di nostro padre o nostra madre. Un sentimento che percepiamo come inaccettabile perché va in contrasto con il sistema di valori e credenze che abbiamo introiettato e che, di conseguenza, ci fa sentire profondamente in colpa.

Per questo cerchiamo di rimuoverlo, di farlo sparire e non gli concediamo di trovare espressione nei comportamenti e nelle parole. Di fatto, però, in questo modo andiamo ad accumulare dentro di noi una tensione che non viene scaricata. Dobbiamo sempre ricordare, infatti, che le nostre emozioni hanno delle specifiche conseguenze sul corpo. Quando proviamo paura o rabbia, il nostro organismo attiva alcuni processi che ci predispongono alla reazioni di attacco o fuga. Aumento della frequenza cardiaca, tensione muscolare, respiro accelerato etc. Sono tutti corrispettivi somatici dell’emozione provata. Modificazioni adattive che servono a preparare il corpo a un’azione. Ma se la sollecitazione non finisce, il sistema non si disattiva e la tensione si accumula.

È il corpo a farsi carico di tutto questo.

Con le somatizzazioni, il corpo ci parla di quello che stiamo vivendo. Attraverso il dolore, esprimiamo il disagio a cui non abbiamo dato voce.

Il circolo vizioso del mal di schiena psicosomatico

Uno dei disturbi più diffusi legati alle somatizzazioni è il mal di schiena psicosomatico. Un mal di schiena che magari deriva da uno sforzo fisico vero e proprio e che viene aggravato dallo stress, dalla paura, dalle emozioni negative.

Quello del mal di schiena psicosomatico è un vero e proprio ciclo, ben spiegato nel testo “Qui e ora” di Ronald D. Siegel, un libro dedicato alle strategie quotidiane di mindfulness e meditazione.

Il problema può nascere da uno sforzo fisico vero e proprio. Magari un giorno sollevi uno scatolone pesante o sposti un mobile dentro casa e avverti una fitta dietro alla schiena, un dolore lancinante dovuto a uno stiramento.

Ma il disagio può anche nascere per effetto di un’emozione negativa repressa come la rabbia. La rabbia, infatti, è un tipo di emozione che determina nel nostro organismo scariche di adrenalina: un flusso di energia attiva i muscoli, predisponendoli ad agire l’atto rabbioso.

Ma se quell’atto non avviene perché lo blocchiamo, allora il muscolo non può scaricare la tensione. Quella tensione diventa cronica e sfocia in una contrattura, che può coinvolgere vari distretti muscolari: la cervicale, le spalle, i muscoli della schiena.

A questo punto, probabilmente, cominci a preoccuparti. Temi che il dolore sia dovuto a una lesione vera e propria, hai paura di non riuscire a fare determinati movimenti, di non poter andare a lavoro perché senti dolore.

La tua reazione amplifica il problema.

L’ansia e le preoccupazioni, infatti, fanno tendere i muscoli e le tensioni accrescono il dolore, che innesca altri pensieri negativi. Insomma, si crea un circolo vizioso in cui il dolore alimenta e nutre i pensieri cupi e questi, a loro volta, fanno accentuare la sofferenza che si prova.  Entrano in gioco anche la frustrazione e la rabbia, che determinano ulteriori tensioni.

Di fronte a tutto questo, cosa fai?

Probabilmente, ti blocchi ancora di più. Pensi di avere una lesione quindi riduci il tuo livello di attività. Smetti di fare sport perché senti dolore e hai paura che sollecitando i muscoli il problema peggiori. Non vai più a fare passeggiate. Ma in questo modo, i tuoi muscoli tendono a irrigidirsi ancora di più e a indebolirsi.

Inoltre, limitando l’attività fisica non hai modo di dare sfogo allo stress, non concedi al tuo corpo la scarica di cui ha bisogno per alleviare lo stato di tensione costante in cui si trova. Il risultato è che ti senti ancora più compresso e dolorante.

Come risolvere il problema del mal di schiena psicosomatico?

Un problema come quello del mal di schiena cronico, dovuto alle somatizzazioni, non si risolve facendosi prescrivere antidolorifici e stando a riposo. In un caso come questo, occorre innanzitutto acquisire consapevolezza di quale sia l’origine del problema.

Stiamo parlando di un tipo di disagio che va affrontato non tanto dal punto di vista fisico, ma da quello mentale.

Può essere molto utile, allora, adottare alcune tecniche proprie della meditazione e della mindfulness. Un esercizio suggerito da Siegel è quello che prevede di monitorare i propri pensieri di preoccupazione.

Nel corso della tua giornata, tieni vicino a te un foglietto e ogni volta che senti montare dentro di te l’ansia o la preoccupazione per la tua schiena o per la zona in cui senti dolore a causa di una contrattura o tensione muscolare, traccia un segno sul foglio. Conta quante volte i pensieri angosciosi si presentano nell’arco di un’ora.

A questo punto, potrai renderti conto quanto l’ansia, la paura e lo stress incidono sul tuo stato fisico, sulle tensioni che senti nel corpo e che ti provocano dolore.

Inoltre, potrai considerare i pensieri dal punto di vista di un osservatore esterno, così come ci insegna anche Eckart Tolle nel suo “Il potere di Adesso”. La pratica della mindfulness, infatti, ci insegna quanto non possiamo credere veramente ai pensieri che ci scorrono nella mente. I pensieri, infatti, sono influenzati profondamente dal nostro stato d’animo. Se soffriamo di un dolore cronico, i pensieri prendono una sfumatura di ansia, paura, frustrazione.

Quando il dolore morde con più forza, ci convinciamo di avere davvero un problema grave.

Quando è più lieve, ci rendiamo conto che forse è qualcosa di gestibile, su cui possiamo intervenire per ottenere sollievo.

Dopo aver preso consapevolezza dell’origine del mal di schiena psicosomatico e di come venga mantenuto, dobbiamo renderci conto che l’unico modo per superare il problema è tornare a muoversi.

Il dolore del mal di schiena cronico non deve impedirti di fare una vita normale. Se ti fermi, i tuoi muscoli perdono tono, flessibilità, forza. E, con l’andare del tempo, rischi di sviluppare una vera e propria fobia per il movimento, la kinesiofobia. Una risposta automatica di paura e angoscia ogni volta che ti pieghi o ti volti. Nel caso più estremo, si instaura uno schema di evitamento che ti impedisce di compiere anche il gesto più semplice e quotidiano. Come fossi convinto che qualsiasi movimento potrebbe spezzarti in due.

 

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